Le parole che avrei voluto sentire da Obama dopo la strage di Denver

Popolo americano. Le parole che ho da dirvi mi sgorgano dal profondo del cuore e contravvengono a qualsiasi protocollo che, fin qui, un presidente degli Stati Uniti, ha dovuto rispettare, ma la situazione è troppo grave perché io possa continuare a tacere.

La strage di Denver non è altro che la conseguenza dello stile di vita che, noi detentori del potere, vi abbiamo obbligato ad avere fino ad oggi. Vi abbiamo ingannati, vi abbiamo usati, vi abbiamo strumentalizzati al solo fine di poter continuare a possedere sempre più potere, quel potere che ci ha reso cechi e che ci ha fatto trattare la vita umana con disprezzo e slealtà.

Siamo noi che abbiamo messo nelle condizioni un Holmes qualsiasi di poter uccidere 11 persone mentre stavano guardando un film in un cinema. Siamo noi che vi permettiamo di acquistare armi nei centri commerciali ad indurvi alla violenza, al fuoco che si combatte col fuoco. Siamo gli stessi che hanno inventato la guerra al nemico di turno, soltanto per continuare ad espanderci e sfruttare persone e risorse al solo fine di fare ingoiare a tutta l’umanità il nostro sporco modello.

Siamo arrivati ad ordire l’11 settembre per continuare a far esistere un modello economico che, altrimenti, avrebbe visto la sua fine all’inizio del terzo millenio. Abbiamo commesso i più feroci crimini in tutto il mondo, abbiamo torturato, ucciso, violentato e massacrato intere popolazioni . Dal Sud America, all’Europa, dal Giappone al Medio oriente.

Si, noi sapevamo, e abbiamo tradito i più alti ideali che incarnarono i nostri Padri fondatori, e lo abbiamo fatto perché volevamo dominarvi tutti, con l’arma della menzogna.

Io mi vergogno di me stesso e di tutti i presidenti che, prima di me, hanno reso possibile queste atrocità.

Chiedo perdono a voi tutti e a quel Dio che ho usato per arrivare a convincervi che sarei stato l’uomo del cambiamento, invece sono soltanto un degno rappresentante della feccia umana.

Che Dio mi perdoni e ci perdoni

Barak Obama.