Evo Morales e l’ultima vergogna italiana

Non riesco a darmi pace nel vedere come il mio Paese si stia sciogliendo sotto il sole dell’ignoranza, della malafede e dell’indifferenza. Ogni giorno esiste una ragione in più per essere delusi dalla nostra realtà italica, una sorta di gioco infinito che, come un vorace tritacarne, sta ingoiando ciò che di buono, negli anni passati della nostra storia, eravamo riusciti a costruire.
Prima i tagli lineari all’educazione, alla sanità e alle pensioni che, da provvedimenti urgenti, si sono trasformati via via, in eventi permanenti; poi le leggi razziste contro gli immigrati; poi la finanza che prende il posto delle Istituzioni; poi centomila aziende che chiudono in un anno. Insomma, un buco nero di idee, di coraggio, di dignità che ci sta riducendo ad essere dei piccoli automi nelle mani del potente di turno.
In questo marasma, ieri è accaduto un fatto così grave che nessuno, a parte gli stretti addetti ai lavori (persone normali che amano informarsi), si è accorto dello stesso; sto parlando del trattamento che i Governi portoghese, francese e italiano, hanno imposto al Presidente boliviano Evo Morales, negandogli la possibilità di atterrare sui loro territori nazionali, accampando una ragion di Stato talmente puerile da far girare lo stomaco, secondo la quale, l’aereo presidenziale non avrebbe goduto di alcun diritto, in quanto portatore della super spia Snowden.
A parte il fatto che queste Spy stories sono buone soltanto per il gossip, come del resto anche per quell’altro personaggio di Wikyleaks Assange, c’è da dire, a parer mio che, Evo Morales, è stato dirottato non per chi, presumibilmente accompagnava, ma per le idee, per l’agire e per l’esempio che, il Presidente boliviano, potrebbe dare ad un qualsiasi Paese europeo, per un suo risveglio che passi, proprio com’è successo in Bolivia, da un’azione non violenta tutta orientata al dialogo e ad un’attività puntuale per il bene comune. Ecco, questa è la ragione per la quale il “governucolo” del figlio di Bilderberg, Enrico Letta, ha voluto imporre un’umiliazione ad un personaggio che, da sempre, si dichiara umanista e che, in Italia, è anche osteggiato dalla sinistra più radicale perchè, in lui, è chiaro il superamento del primato ideologico comunista che, ancora oggi in Sud America, ha molti seguaci.
Io continuo a non vergognarmi di essere italiano, sostenendo che dovrebbero farlo tutti coloro i quali, non solo, eseguono gli ordini della finanza internazionale, ma che, alle parole cultura, partecipazione e informazione, aggrottano le ciglia e domandano se, tutto ciò, si mangi o produca denaro facile, nel più becero stile del “fottersene quotidiano”, che crea mostri capaci, in pochi anni, di distruggere le vaste potenzialità che l’Italia possiede, per ridurre tutto al movimento bestiale che la mano fa mentre gratta un cartoncino, reputato da tutti il salvatore di vite perdute : il gratta e vinci. Che profonda tristezza!
Io credo che un Paese che ama la cultura, non sia un luogo popolato da persone che si atteggiano a saggi e sapienti perchè hanno qualche nozione in più di altri, ma sia una realtà in cui la curiosità per il sapere e la voglia di apprendere accendano gli sguardi e facciano palpitare cuore ed intelletto all’unisono. Ecco, questo è il modo in cui vorrei le persone si realizzassero, questa la realtà che, ieri, non avrebbe permesso di umiliare una delle coscienza più ispirate di questo tempo. W Evo Morales!