“Minchia, se io andrei a Roma, rubberei anchio, pure di più!”
In questa sgrammaticata frase c’è tutta l’Italia di questi ultimi anni di zucchero, in cui, la maggioranza degli italiani si è abituata a vivacchiare, trasformandosi da esseri consapevoli e pensanti, in esseri consumatori e lamentosi, ammaliati dai diritti e sempre meno dai doveri, scarsamente interessati alla cultura e alle regole in quanto tali, sempre più attratti dal guadagno facile e dall’endemica passione per il possesso delle cose. Tutti felici di essere infelici, imbambolati davanti alla TV.
Di fronte a questa analisi che è tutto, fuorchè inconfutabile, ma è la mia analisi per ciò che vedo in strada ogni giorno, penso sia davvero grottesco indignarsi per la corruzione dilagante della nostra marcia Repubblica. Penso veramente che se, oggi esistono casi squallidi come Expo e Mose, lo dobbiamo alla corruzione che, da sempre, è dentro di noi. Siamo un piccolo popolo corrotto nella coscienza e nella mente, sempre pronti ad essere furbi e a schernire l’onestà, paragonandola alla stupidità.
La scorsa settimana sono entrato in un bar per un caffè e, appeso ad una parete, appariva un cartello con la seguente scritta: ”Ogni mattina si svegliano un furbo e un coglione. Tu, da che parte decidi di stare?” E’ tutta qui l’Italia, tutta in questo breve scritto. Insomma, o sei un furbo o un coglione, e nessuno vuole passare per il secondo, per cui lotterà per essere furbo, anzi, il più furbo, perché, in questo modo, non solo ne avrà un guadagno personale, ma diverrà, anche, un forte punto di riferimento.
Credo che la corruzione dilaghi, quando non esiste un contraltare culturale che abbia credibilità e peso decisionista. Coloro i quali dovrebbero incarnare questo contrappeso sono molto inclini al compromesso morale elementare: soldi uguale visibilità, e per avere quel denaro che possa loro permettere di andare al di là dell’ombra, ecco che sono pronti a vendersi l’anima alle banche e al gradimento politico. Sì, perché nel Bel Paese, se hai un progetto o, semplicemente qualcosa da dire, senza queste due costanti, nessuno ti conoscerà o potrà avere l’opportunità di apprezzarti, se non parenti e amici.
Detto questo, anch’io ho la mia agenda da proporre, “l’agenda Marchetti”.
– Chiusura di tutte le sala scommesse, al posto delle quali far sorgere librerie a prezzi popolari, affinchè la cultura sia accessibile a tutti
– Chiusura di tutti i compro oro, al posto dei quali far sorgere centri anti cri di quartiere e di aggregazione
– Abolizione totale delle concessioni per i videopoker
– Chiusura dei siti internet sui giochi d’azzardo
– Abolizione della Borsa di Milano e di tutto il comparto borsistico, in quanto ente inutile che non crea nulla, se non speculazione e debito
– Divieto di vendita di gratta e vinci a vincita in denaro, invece del quale si potranno vincere libri a scelta.
– Possibilità da parte dello Stato di battere moneta.
Soltanto qualche semplice idea, naturalmente irrealizzabile!
Auguri e buona vita a tutti!