Ci risiamo, un altro scandalo calcistico si è abbattuto su di noi. La cosa in sé non è di quelle epocali, così nefaste da tracciare le sorti della storia, ma rappresenta un appiglio interessante per capire quello che sta accadendo al nostro Paese e a noi che ne facciamo parte.
Continuo a seguire queste vicende perché, credo che, dietro le indagini e gli scandali, ci sia un chiaro disegno, pianificato e molto ben organizzato, il cui unico scopo è quello di allontanare le persone dalla verità.
Detto in questo modo, il fenomeno, potrebbe apparire più grave di una serie di gare truccate, e infatti, è proprio così: ci troviamo di fronte ad una macchina tritatutto che tende, nella sua inerzia, a schiacciare tutti coloro che, per una ragione o per l’altra, si sono fatti affascinare dal guadagno facile, dal soldo ottenuto senza fatica e dalla, fin troppo a portata di mano, possibilità di campare una vita senza lavorare, passando le proprie giornate nelle sala scommesse che, ormai, nascono come funghi in ogni dove.
Il calcio in primis, ma anche lo sport, per noi italiani rappresentano un vero e proprio fatto culturale e, per alcuni versi nel caso di qualche club del pallone, anche religioso. Quando cloro i quali gestiscono questa grande macchina si sono accorti del suo potenziale di distrazione, ecco che, un mare di denaro, di interessi economici e di iniziative finanziarie, si è riversato sulla nobiltà dello sport stesso, riducendolo a quel poco che è ora.
In tutto ciò si sono succedute generazioni di bambini frustrati per essere stati scartati al provino di quel grande club, generazioni di genitori incattiviti da quel flagello che è il senso della competizione, in un marasma famigliare in cui, un gioco fatto di condivisione, amicizia e solidarietà, si è trasformato in violenza economica, esistenziale e criminale.
Quando ci troviamo dinanzi a vertici che inneggiano al razzismo, dando dei “mangia banane”, ai ragazzi di colore che vogliono diventare calciatori affermati, cosa crediamo possa essere lo sport e il calcio, se non una fucina di ignoranza, buona per i procuratori.
Il tema è proprio un altro, è quello di rendersi conto che, tutto questo bel quadretto squallido è, come dicevo pocanzi, un piano per distrarci, un’arma di distrazione di massa. Ma distrarci da cosa e da chi? Ecco, questa potrebbe essere una domanda interessante. Dal canto mio ho cercato di riflettere su questa. La risposta che mi son dato è che, i gruppi di potere (Bilderberg, Commissione Trilaterale, Club di Roma, Governi U.S.A.) per poter continuare ad esercitare il loro potere ed evitare che la gente si svegli e riscopra l’importanza della solidarietà e della reciprocità, sono sempre alla ricerca di nuovi metodi per imbambolarci, e far sì che, essere solidale con un vicino ad esempio, sia un’eccezione enorme. Fate caso alla crescita esponenziale di giochi in denaro, di centri scommessa e di “grattavincismo patologico”; negli ultimi vent’anni abbiamo assistito a vere e proprie tragedie umane di famiglie distrutte dal gioco, come soltanto accadeva a pochi altri frequentatori di casinò.
Dobbiamo rimanere nel limbo dell’ignoranza, del qualunquismo e dell’idea di guadagni facili che, poi, useremo non per acquistare libri ma, magari, l’ultimo smartphone, quello con tantissimi giga internet per giocare meglio al poker on line.
Esiste una via d’uscita. Una nuova legge non credo, una sospensione dei campionati nemmeno; forse la soluzione non è esterna, forse sta diventando una necessità iniziare a guardarsi dentro, cercando di capire che, questo stato di cose che ci siamo imposti, non è degno di tutti noi perché, davvero, possiamo aspirare a qualcosa di meglio che essere delle marionette consenzienti nelle mani dei soliti noti. Ecco, quando scopriremo questo, non esisterà più nessuno in grado di distrarci e potremo finalmente essere liberi: dal denaro, dalla competizione, dalla frustrazione e dall’inganno