Questa storia delle unioni civili ha ormai raggiunto il suo grottesco apice. E’ chiaro che non esiste la ben che minima volontà di affrontare il tema una volta per tutte, infatti siamo, come sempre, impantanati in quella terra di nessuno in cui, la presa di responsabilità di una qualsiasi decisione, viene rimandata all’infinito per non scontentare nessuno. Poi, se per grazia divina una legge viene fatta, ecco che, c’è sempre il tempo per la sua contorta interpretazione.
La domanda che mi pongo da anni è sempre quella: ”Dove sta il problema di riconoscere i diritti civili ad una coppia che decide di amarsi e formare una famiglia, senza passare dal Municipio di appartenenza?” Si lo so, è il solito disco rotto, ma la realtà è che, a questa trita domanda, mai nessuno ha saputo dare una risposta, almeno a livello legislativo.
Certo, a questo punto della, diciamo così discussione, ecco arrivare plotoni di falsi moralisti e falsi cattolici, pronti a puntare il dito contro coloro che non la pensano come loro. Sono di quelle persone molto comuni in Italia: coloro i quali si nascondono genericamente dietro un’etichetta, la assumono superficialmente, e ne incarnano il qualunquismo in modo sfrenato e senza basi conoscitive. Sono gli ignoranti, quelli che si nutrono di Studio aperto, di pregiudizi, paraculandosi sempre dietro il quieto vivere e, appunto la falsità. Il problema non è, per me, essere moralisti o cattolici, ognuno può essere ciò che desidera, ma la cosa che non sopporto è la falsità, l’ambiguità e la violenza generata da questi comportamenti.
Ma il problema vero sono i froci, i culatoni, i finocchi, i ricchioni; come li chiamano loro, gli ignoranti, sempre pronti ad essere politicamente corretti in società, per poi scatenarsi nella loro religione neo pagana e dietro occhi indiscreti, con epiteti, violenza, maltrattamenti e stolking, nei confronti di ogni persona che, per una ragione o per l’altra, va al di là degli stereotipi malati di questo mondo.
Ma più profondamente la domanda che voglio fare a queste belle anime di bucato è: “Ma il culo di cui tanto parlate e del quale tanto temete, è il vostro? Se la risposto è no, non capisco veramente i motivi per i quali vi attacchiate con così tanta passione al culo degli altri. Uno con il suo corpo può fare ciò che vuole, senza che nessuno organizzi campagna periodiche contro le donne che abortiscono, contro le coppie gay che vogliono sposarsi e adottare i figli di quelle stesse coppie etero e politicamente corrette, che hanno abbandonato.
Penso che la cosa migliore per vivere una vita decente, oltre eliminare il sale, sia di lasciare possibilità di scelta, senza imporre il proprio punto di vista sugli altri.
Il fatto è che la paura è il vero dominatore di queste decadi selvagge e barbare. La paura del diverso, del nuovo, del dirsi la verità, di perdere il lavoro e la faccia; la paura dello straniero e del vicino di casa e, soprattutto, la paura di se stessi nel sorprendersi a pensare alla felicita e alla serenità, possibili, anche in un mondo come questo.
Meglio rimanere nell’ombra di un anonimato frustrante ma presumibilmente certo, che lasciarsi andare alla verità, anche quando, questa, non percorre i profili del proprio pensiero, ma si discosta diametralmente da esso. Questo significa maturità, chiarezza e sincerità; una strada ancora lunga da percorrere per tutti noi. L’unica strada possibile.