Uno, nessuno e centomila Berlusconi

Silvio Berlusconi è stato condannato per la prima volta in assoluto da un tribunale italiano per un reato che, incredibilmente, è riuscito a sopravvivere a tutte le leggi “ad personam”, di questi anni. Una sorta di segnale che dice, a questa martoriata italia che, dopo tutto, anche il più potente degli uomini, prima o poi deve fare i conti con la giustizia per quanto imperfetta possa essere, ed affrontare le proprie responsabilità.

Da questo fatto non mi aspetterei cambiamenti epocali che possano stravolgere, dalla sera alla mattina, la realtà, infatti, nel suo video messaggio, Berlusconi ha già fatto sapere che non lascerà, non si farà da parte come la dignità richiederebbe di fare. In quel video messaggio, in ogni caso, ho visto il grottesco tentativo di un uomo anziano di ricreare se stesso, attraverso parole, movenze e concetti, riconducibili ai tempi della fondazione della prima Forza Italia, ma senza quella novità che, seppur di plastica sin dagli albori, aveva coinvolto milioni di persone, che vedevano in lui, l’avvenire di un benessere spumeggiante e colorato come le sue televisioni che, in pochissimo tempo, travolse quell’oggettivo grigiore della Rai e di quella politica delle tribune elettorali stantia e insopportabile. In un momento tutto cambiò : tette, culi, musica, luci, calcio e TV. Tutto ciò che gli “italianini” volevano e vogliono ancora oggi, ed è per questo che, Berlusconi, non è finito, proprio perché il problema non risiede solo e soltanto nella sua persona, bensì in quei molti milioni di Berlusconi interiorizzati nelle persone, quelle stesse persone che non vogliono altro che questo : soldi, sesso, macchine a rate, lifting, zero pensiero, niente informazione e valangate di qualunquismo a buon mercato. In effetti, se ci pensiamo bene, chi non verrebbe avere un sacco di soldi, donne o uomini bellissimi intorno a se pronti per l’uso, potere e dimostrare venti anni di meno. Certamente in Italia, molti, moltissimi.

Certo, soggetti come questi esistono, come abbiamo visto, grazie al sostegno della gente, ma anche al fatto che, chi aveva la possibilità di contrastare questo tipo di fenomeno, ha fatto finta di niente, usando il tradimento politico, come arma per ottenere più potere e continuare a sopravvivere. Sto parlando del PDS, DS e PD, una montagna di sterco esistenziale che rappresenta l’esempio più becero di come una grande forza del passato, si possa vendere alla finanza divenendone il proprio punto di riferimento politico in un Paese; un comportamento che possiede una gravità maggiore di quella della destra, perché nascosto dietro le ragioni dell’ideologia. Nel vedere Berlusconi riconosco il fallimento di un popolo nei confronti del pensiero, mentre quando osservo i volti in decomposizione dei vari D’Alema, Finocchiaro, Fassino, vedo il deliberato progetto di prendersi gioco della gente che ancora crede, che ancora ricorda un passato di militanza fatta di speranza e sudore; vedo la melma colare dai loro volti sfatti mentre, con la sicumera tipica di una sinistra insopportabile, tentano di spiegare l’ennesimo tradimento. Questa gente, insieme ad un popolo della libertà, che di libertà non sa niente, ha portato alla rovina questa nazione, con tutto l’appoggio dei suoi cittadini, rincoglioniti persi dietro i video poker e i reality.

Se in Italia qualcosa cambierà, non sarà certo grazie ad un’esperienza intellettuale, ma tramite, forse, un sentimento forte e nuovo che possa toccare il cuore di tutti noi, per farci ritrovare quella dignità che, adesso, giace dormiente nei meandri della nostra coscienza. Io rimango fiducioso del fatto che, la necessità, produrrà reazioni positive di cambiamento, anche in  un Paese alla deriva come il nostro.