Video

LA RIFLESSIONE NELL’ERA DIGITALE: incontro On-line con Silvia Nocera; Anton Mora; Gianmarco Pisa e Ivan Marchetti. https://www.youtube.com/watch?v=TxYMYQhs8XM&t=9s

Testo integrale dell’intervento. 5/8/2016, Piazza Carignano Torino

Tre giorni fa abbiamo ricordato i 36 anni trascorsi dalla Strage di Bologna. In ogni evento violento, in ogni guerra e in ogni eccidio, ci sono dei simboli, ci sono delle persone che, più di altre, parlano di dolore e di vite perdute. Per me, quel simbolo, si chiama Angela Fresu che, con i suoi tre anni, fu la più giovane vittima della bomba alla stazione il 2 agosto 80.Voglio partire da lei e raggiungere idealmente tutte le vittime che, la bestia umana, ha fatto durante la storia del XX e inizio del XXI secolo.Riflettevo che, da quando sono nato nel 1969, ho vissuto come tutti della mia generazione, in un permanente stato di strategia della tensione: non solo Bologna, ma il rapido 904, Ustica, Aldo Moro, le stragi di Palermo, gli attentati di Milano, Firenze e Roma, la Guerra del Golfo, quella dell’Ex Jugoslavia, e poi l’11 settembre, l’Iraq, l’Ucraina, il terrorismo internazionale. In 47 anni di vita sono stato costretto ad assistere ad ogni tipo di violenza perpetrata su persone inermi, la cui unica responsabilità era di trovarsi in un luogo sbagliato al momento sbagliato.In questi ultimi mesi stiamo assistendo al “Teatro della morte”, ad una fiction in cui, purtroppo, i morti sono veri, nella quale ci viene propinata l’idea di un improbabile Califfato pronto a distruggere l’occidente, senza che nessuno, in fondo, possa fare nulla. Una balla colossale che prende peso soltanto perché, tutti noi, siamo disposti a credere alle verità preconfezionate anche quando, queste, hanno del ridicolo: come il passaporto trovato integro nelle macerie delle Torri gemelle di uno degli attentatori, o come quelle che ci fanno credere che un T.I.R. a 18 ruote possa indisturbato passare i controlli inesistenti e avere la possibilità di uccidere quasi 100 persone, durante i festeggiamenti del 14 luglio a Nizza.Io affermo senza timore che, se vogliamo sgominare la rete internazionale del terrorismo, dobbiamo recarci al più presto a questo indirizzo: Contea di Arlington, Stato della Virginia, Stati Uniti d’America, cioè, la sede del Pentagono, perché è da lì che nasce la strategia della tensione è da lì che nasce Al Qaeda, l’Isis, ed è da lì che nascono tutte le mosse per rendere l’essere umano schiavo e incapace di pensare, riflettere e reagire.Un umanista oggi cosa dovrebbe fare, mi sono chiesto, per contrastare tutto questo? Dovrebbe passare l’esperienza dell’entusiasmo, della fiducia, del rispetto, dell’amore per il sapere, della curiosità, della constatazione lucida che, nessun piano, per quanto violento ed organizzato sia, può togliere l’intenzione di essere liberi, seminando libertà e disobbedendo alle regole imposte dal loro sistema disumano.Per finire, vorrei tornare ad Angela Fresu, accostando la sua foto ad Aylan Kurdi, il bimbo che dorme sulle spiagge turche, alle migliaia di persone scomparse nel Canale di Sicilia e ai morti di Nagasaki e Hiroshima perché questi simboli, siano per noi motivo di reazione, di sveglia e di assoluto rifiuto di ogni forma di violenza, in favore di un mondo finalmente umano, nel quale la menzogna e la manipolazione appartengano ad un passato remoto, perché la persona, finalmente libera dalla paura, avrà volto lo sguardo verso il futuro e verso l’intenzione di non essere mai più schiava di nessun potere.


Con l’associazione di cui faccio parte, Freedom Forever onlus, stiamo affrontando la campagna “Aiutarli a casa loro? Fai un atto concreto!”, con la quale cerchiamo di fare una riflessione sul tema epocale dell’immigrazione, portando avanti parallelamente una raccolta fondi per i nostri progetti in Kenya, come tentativo di andare al di là delle parole e dei tanti luoghi comuni, che sorgono attorno a questi argomenti